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al testo di Gil
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Credere che sia facile rimanere soli quando il silenzio non è più la quiete che riconquistava le ore alla notte e il sonno un nemico da vincere perché vinti noi dalle grida della carne che giovane mal taceva le sue tante fami. Ora le rughe sulle mani raccontano altre storie e le ore hanno più fragili attese anche se il sangue una memoria ancora viva. Ora che il tempo è un filo d'arco che torna al legno comprendo quanto oro vi sia nelle parole e nella tenerezza, che ridona voce dove il silenzio rischia di ferire. |
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